LA COAST TO COAST DI CASA NOSTRA
di Roberto Mazzetta
Coast to coast, da costa a costa, la mente
corre alla classica traversata negli USA dalle acque dell' oceano Atlantico dove
i grattacieli di Nuova York disegnano l'inconfondibile skyline alle acque
dell'oceano Pacifico dove si affaccia la vivacissima e imprevedibile San
Francisco. Un terribile viaggio alla ricerca di nuove opportunità di vita nel
mitico far west per la gente dell' Ottocento, un'occasione di conoscenza e di
avventura per molti giovani degli anni Sessanta del Novecento. Una traversata
compiuta a bordo di potenti motociclette o di confortevoli bus della Greyhound o
di auto a noleggio o in autostop, l'importante era arrivare a vedere l'acqua
dell'altro oceano.
La traversata qui proposta è un po' più corta e meno impegnativa, Nuova York e
San Francisco non fanno parte della provincia di Novara. Ci si dovrà
accontentare di una coast to coast nostrana, dalle sponde del Ticino a est alle
sponde della Sesia a ovest, il nostro far west.
Si cercherà di evitare accuratamente le trafficatissime ed estremamente
pericolose strade statali e regionali a favore di più tranquilli tratturi di
campagna fatti salvi gli inevitabili attraversamenti.
La provincia, l'Associazione di irrigazione est Sesia e vari altri enti hanno in
progetto la fruibilità in piena sicurezza delle alzaie prospicienti il Canale
Cavour. I lavori, di cui si ignorano i tempi di esecuzione, prevedono la posa di
parapetti, di un fondo omogeneo e adatto alle biciclette non necessariamente
mtb, di segnaletica e, si spera, anche di tabelloni esplicativi lungo il
percorso in modo da illustrare e spiegare ogni punto di interesse architettonico
e naturalistico che il ciclo turista incontrerà nel suo itinerario. Da fiume a
fiume la distanza media è di circa 35 chilometri. Ovviamente è possibile
iniziare la traversata da svariati luoghi e terminarla in un punto qualunque
sulle sponde dell'altro fiume. Qui si suggerisce un itinerario che parte dal
Ticino in località casone Provasin presso Bellinzago e ha il suo termine a
Recetto alla casa sul fiume.
Osservando una carta geografica della provincia, si noterà come non esistano
assi viari diretti est-ovest che mettano in comunicazione i due importanti corsi
d'acqua, eccezion fatta per l'autostrada Milano-Torino difficilmente
percorribile in bicicletta. Il nostro percorso si svolgerà per buona parte
parallelo al Diramatore Alto Novarese, un importante canale di irrigazione di
recente costruzione. Un altro itinerario alternativo segue il già citato
storico canale Cavour che corre anch'esso est-ovest poco a nord di Novara.
Lasciamoci alle spalle la località Provasin e puntiamo verso Bellinzago su
sterrata. Giunti a incrociare il canale Regina Elena, lo imboccheremo verso
sinistra. Ci farà compagnia fin dove ha origine il Diramatore Alto Novarese. E'
meglio percorrere la stradina lato sud (canale alla nostra destra), proseguire
fino alla cascina Rossini , attraversare con molta cautela la S.S. 32 del Lago
Maggiore e puntare su Cavagliano. Il canale entra in galleria e, a meno non ci
si trasformi in speleo-sub-ciclisti, conviene seguire la strada per la Badia di
Dulzago Qui la piatta pianura inizia a incresparsi e ad anticipare i rilievi
delle Prealpi prima e delle vere e proprie Alpi successivamente, molti
chilometri più a nord. A Cavagliano notare la bella casa forte con eleganti
finestre in cotto proprio sotto la rampa che porta alla parrocchiale.
Si scavalca la ferrovia e si girerà a sinistra per la cascina Bertolina;
sterrata in leggera discesa tra campi e boschetti. Proprio di fronte alla
cascina ha origine un'altra stradina (girare a sinistra) che in breve raggiunge
il canale. Si seguirà l'alzaia, si attraverserà su ponticello di cemento il
torrente Terdoppio e si proseguirà senza intoppi sino a Caltignaga. Converrà
attraversare la statale in paese usufruendo del semaforo. Un'occhiata al
bellissimo castello, non visitabile, e poi via per strada secondaria in
direzione Sologno, poche decine di metri e poi ecco il nostro canale con
sterrata parallela al suo corso. La imboccheremo girando a sinistra. Un altro
ponticello di cemento ci permette l'attraversamento dell'Agogna.
Si pedala in scioltezza, alla nostra destra la cerchia delle alpi con
l'inconfondibile mole del Monte Rosa e alla nostra sinistra si intravede la
familiare siluette della Cupola e del campanile di San Gaudenzio. Aironi
cenerini, aironi bianchi e garzette ci faranno compagnia per tutto il percorso e
per ogni periodo dell'anno, anche in pieno inverno.
Raggiunte le poche case di San Bernardino, si attraversa la frazione e per
strada asfaltata, si sovrappassa la Roggia Mora e successivamente la linea
ferroviaria Novara-Varallo. Poco dopo ci si immetterà con molta attenzione
sulla Strada Statale 299 della Val Sesia e la si percorrerà per poche decine di
metri in direzione nord (destra) fino ad intercettare nuovamente il Diramatore.
Si girerà a sinistra sulla strada bianca.
Ora siamo proprio nel regno incontrastato delle risaie, poche piante, solo
qualche raro filare superstite interrompe il piatto orizzonte. Si vedono
scorrere in lontananza i profili di campanili, del massiccio castello di
Castellazzo Novarese, della torre medioevale di Mandello Vitta e quindi
Vicolungo paese anch'esso nobilitato da un poderoso maniero Quattrocentesco.
Scordavo di annotare l' attraversamento della linea ferroviaria Novara-Biella
appena prima Vicolungo; per evitare di correre rischi è preferibile allungare
un po' il tragitto. Dalla sterrata parallela al Diramatore si sbuca sulla
provinciale Castellazzo-Casalgiate, prendere a sinistra per Casalgiate e da
questo paesino agricolo giungere a Vicolungo, appena a nord del paese si ritrova
il Diramatore si prenderà a sinistra sulla sterrata, seguendola si passerà
sotto l'autostrada Voltri-Gravellona Toce.
Ormai non manca molto alla Sesia e, per raggiungere le sponde della nostra
agognata meta, la strada più comoda è quella che ci porterà a Recetto (merita
una breve visita ciò che rimane dell'antico recetto medievale) e da qui alla
casa sul fiume, tutto su asfalto ma non trafficato.
Ovviamente, giunti alla Sesia, se la vostra automobile l'avete lasciata al
Ticino, non vi resta che girare la fida mtb di 180 gradi e ripercorrere a
ritroso i 35 chilometri dell'andata arrivando così ad un dignitoso giro di
almeno un settantina di chilometri in totale. Una buona alternativa è farvi
venire a prendere da qualche anima buona e caritatevole che abbia a buon cuore
la salute delle vostre gambe. Tornare al punto di partenza con i mezzi pubblici
non è cosa proponibile, ci si impiegherebbe più tempo che in bicicletta.
La gita proposta ha la fortuna di non presentare salite, eccezion fatta per i
cavalcavia o la risalita dalla valle del Ticino ad inizio percorso, gli sterrati
non sono mai particolarmente dissestati e sono percorribili anche da una buona
city bike anche se la mountain bike è sicuramente consigliabile.
AVVERTENZA! I tratturi paralleli ai canali (Regina Elena e Diramatore Alto
Novarese) recano i cartelli di divieto d'accesso anche pedonale salvo
autorizzazioni. Il passaggio sarebbe quindi interdetto sebbene, in realtà,
molte sono le persone che percorrono questi tranquilli tracciati: ciclisti,
pescatori, gente che pratica footing e ovviamente contadini. Va da sé che la
precedenza assoluta l'hanno i mezzi agricoli e quelli per la manutenzione
tecnica delle opere idrauliche. Bisogna porre massima attenzione a non pedalare
vicino al ciglio del canale soprattutto quando questo è pieno d'acqua; nei mesi
invernali i canali sono spesso asciutti e quindi meno pericolosi anche se privi
di parapetto. Ovviamente, se si intende percorrere l'itinerario sopra descritto,
per la parte relativa alle carrarecce interessate da divieto, lo si farà sotto
la propria responsabilità sollevando l'ente interessato da ogni tipo di
problema. Pedalando con bambini si farà in modo di tenerli lontani dal canale,
un'andatura pacata oltre ad essere più rilassante, ridurrà anche i rischi di
perdere il controllo e finire nel corso d'acqua. I canali sono molto più
pericolosi dei fiumi in quanto la corrente è più forte ed è difficile
raggiungere la riva un volta caduti dentro.